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Self Publishing di Amazon – Distorsioni del sistema in Italia e nel Mondo.

Self Publishing Amazon

Cosa è il Self Publishing

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Il Self Publishing È la creazione e la pubblicazione di libri in formato elettronico, cartaceo o audio utilizzando il proprio computer e aggirando tutto il processo editoriale classico che sta dietro alla vendita di un’opera frutto del proprio ingegno intellettuale. In pratica si diventa editori di se stessi. È stato possibile grazie ad internet e ad una serie di portali nazionali e internazionali che permettono la realizzazione di questa fantastica opportunità. Tra questi lo store di Amazon KDP (Kindle Direct Publishing) è sicuramente uno dei più importanti.
Il funzionamento del Self Publishing Amazon è semplice e può essere sintetizzato in questi brevi passaggi:
1) Essere esperti di un argomento che può spaziare tra i più vari…letteratura, romanzi, nozioni tecniche, scientifiche etc…
2) Utilizzare gli strumenti di creazione, pubblicazione e distribuzione messi a disposizione da soggetti come ad esempio il già citato Amazon KDP per iniziare la propria avventura editoriale.
3) Guadagnare le giuste royalty dalla vendita delle proprie opere.

Voglia di scrivere, pazienza e impegno costante non sono comunque elementi secondari in questo processo di creazione editoriale!

Per certi aspetti si è aperta una grande opportunità per molti autori…una specie di rivoluzione nel campo dell’editoria…quella di autopubblicare in poco tempo e da soli le proprie opere trasmettendo ad altri il proprio sapere. E l’originalità sta proprio in questo… trasmettere ad altri quello che sappiamo fare bene sia esso raccontare una storia, una raccolta di poesie o un corso tecnico scientifico.

Distorsioni del meccanismo in Italia e nel mondo

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Il business è diventato ben presto vasto e ghiotto e come avviene in tutti questi casi sul dolce miele non si posano solo le api ma anche altri tipi di insetti.
Si sono sviluppati a livello internazionale perlopiù soggetti che promettono di accorciare e semplificare questo processo produttivo delle 3 fasi che ho descritto poco sopra…furbetti che hanno creato un metodo (adatto a tutti…) per ‘fare soldi’ (tanti soldi) con il self publishing (di Amazon soprattutto). Ora questi soggetti stanno spuntando come funghi anche in Italia e non sono certo i primissimi a livello internazionale!
Non voglio dire nomi e cognomi ma basta fare una semplice ricerca su Google ed usciranno tutti fuori dal big all’ultimo ragazzotto della catena (di S.Antonio)…promettono di accorciare con il loro metodo il processo del self publishing e realizzare una montagna di soldi 💰…è possibile tutto ciò? Vediamolo insieme.

Fase 1) Non occorre essere esperti di un bel niente…basta solo trovare argomenti sull’onda del mercato…quello che loro chiamano ‘ricerca delle keywords profittevoli‘…e seguire precisamente il metodo che dice di affidarsi a società terze (società di ghostwriting) che solo loro conoscono bene, le quali grazie al vasto serbatoio di scrittori (ghostwriter) che attiveranno a comando faranno il lavoro sporco di scrittura delle opere su argomenti di cui nessuno è esperto ma che sono generati da ricerche ritenute il trend del momento. 😱
Il mercato di riferimento sarà quello internazionale…Amazon.com e non .it…dove ci sono le maggiori opportunità. Le opere immesse in questo mercato sono piccoli opuscoli con poche informazioni vendute a prezzo basso nel formato elettronico, cartaceo e audio e scritte sotto pseudonimo…ecco perché non troverete mai su Amazon opere con il nome e cognome di questi benefattori che vi promettono faraonici guadagni seguendo il loro metodo.
Fase 2) Non occorre nemmeno utilizzare da soli gli strumenti di self publishing messi a disposizione da Amazon…per realizzare i propri desideri ci saranno sempre queste fantomatiche società di ghostwriting (che nessuno nomina gratuitamente ma sono ben racchiuse nel loro metodo) le quali penseranno a tutto anche alla creazione delle copertine di vendita (perché creare una bella copertina è importante e ammiccante per il pollo…pardon… l’utente finale che acquista) e alla pubblicazione delle opere nel circuito internazionale di Amazon. E per finire le opere essendo immesse soprattutto nel mercato americano saranno scritte in inglese per cui non è importante essere esperti in questa lingua poiché ci saranno scrittori madrelingua (delle innominabili società terze) che penseranno anche a questo.
E cosa volere di più…l’autore è accompagnato per mano…e vedrá magicamente materializzare le idee dalla propria mente alle opere finali, immesse nel circuito di vendita senza fare quasi un bel niente e passare con somma soddisfazione all’ultima fase…la 3 (quella delle tanto agognate royalty di Amazon)…questo meccanismo sembra meglio della lampada di Aladino…il desiderio che si trasforma in realtà.

STOP! FERMI TUTTI…A QUESTO PUNTO DELLA SCENA C’È UN’ALTRO PICCOLO PASSAGGIO DA SODDISFARE prima della fase 3…Quale?

La fase intermedia tra la 2 e la 3 cioè quella che separa il desiderio che deve materializzarsi in realtà attraverso tanti soldini che dovrebbero entrare nelle tasche di pseudo scrittori…è quella più importante per i soggetti creatori del famoso e infallibile metodo e che si potrebbe racchiudere nel famoso motto:

Pagare moneta…Vedere Cammello🐪
È la fase 2,5…diciamo!

Ebbene si…prima di strusciare la lampada di Aladino per vedere realizzato il vostro desiderio di immensi guadagni dalle vostre opere (scritte e realizzate da altri 😀) dovrete strusciare i soldi dal vostro portafogli 😂 una lampada di Aladino tutta umana e per nulla magicale informazioni “segrete” per diventare ricchi si pagano! e a caro prezzo! 😬
Allora diciamola tutta per capire bene la verità…

Self Publishing Amazon


Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio🐇.’..scusate sono andato off topic su Matrix.😉
Forse non tanto però il senso della questione è proprio questo e cioè: volete divulgare il vostro sapere e le vostre conoscenze ad altri diventando degli scrittori oppure volete la cosa più umana e scontata del mondo e cioè guadagnare e basta? A voi la scelta della pillola più giusta secondo le vostre intenzioni.

…non tutto è oro ciò che luccica!

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Se avete l’ambizione dello scrittore, di trasmettere ad altri il vostro sapere, in qualunque campo, il metodo del self publishing professato da questi guru del settore…non sarà utile alla vostra opera, al contrario se cercate solo il miraggio di enormi guadagni senza che il prodotto finale sia farina del vostro sacco accettate pure la sfida a vostro rischio e pericolo!
Questo perchè avrete a che fare con un metodo uguale per tutti e dunque con probabili dosi di fallimento…dopo aver strusciato pesanti soldini per seguire il loro metodo vi sentirete dire “seguite minuziosamente i nostri consigli perchè noi abbiamo già fatto il lavoro sporco per trasmettere a voi il metodo”…naturalmente se qualcosa non dovesse andare per il giusto verso è facile dire…che i loro insegnamenti sono stati fuorviati o interpretati male!
Il prodotto finale non sono le vostre opere che tra l’altro saranno create da altri sotto pseudonimo, il prodotto finale sarete proprio voi stessi! a questi soggetti non interessa produrre opere di self publishing ma vendere i loro corsi (cioè il loro metodo) al più vasto pubblico possibile di persone che bramano solo di diventare ricche. Giocano dunque su questo aspetto dell’animo umano senza pensare che spesso sparando nel mucchio riescono a cogliere persone in stato di indigenza che vogliono migliorare il proprio tenore di vita e gente che abbandona il lavoro convinte dalle parole diffuse spietatamente nei numerosi video prodotti da questi guru del self publishing (lo stesso meccanismo è sfruttato anche in altri settori diversi dal Self Publishing come ad esempio il dropshipping).
Spendono ore e ore davanti ad una telecamera per promuoversi con video utili a convincere le persone ad acquistare il loro metodo vincente per diventare presto ricchi, sfoggiano sfondi meravigliosi alle loro spalle con ville, piscine, posti incantevoli…devono dare un senso di opulenza e ricchezza…devono trasmettere solo questo messaggio…”io ce l’ho fatta e anche tu puoi diventare ricco se acquisti il mio metodo di self publishing”. E allora li vediamo sull’aereo con posti rigorosamente di prima classe che raccontano la loro vita in diretta sui social tra uno champagnino e altro, atterrare e vivere nella terra promessa per la ricchezza e il business che molto spesso è Dubai (finchè il carro tira…), denigrare i nostri modi di vivere: l’Italia è un paese provinciale, La scuola è ai tempi della preistoria etc…
Bene se vi va di provare…comodi di farlo…ognuno è padrone delle proprie idee e soprattutto dei propri soldi…se desiderate invece trasmettere il vostro sapere agli altri state alla larga da questi soggetti.
Chi fa il vero Self Publishing ha come obiettivo finale il prodotto che racchiude le informazioni da trasferire agli altri è ovvio che alla fine comunque ci sarà un introito…anche i maestri e i professori sono pagati per il proprio lavoro. Possiamo anche farci aiutare in questo, ad esempio collaborare con un correttore di bozze, un grafico per le cover o un traduttore per distribuire la nostra conoscenza nei mercati internazionali, ma comunque il centro di tutto resta sempre l’opera finale frutto del nostro ingegno e non il miraggio dei facili guadagni attraverso creazioni scritte da altri con lo scopo di farle acquistare da onesti lettori. Questo non è il vero Self Publishing ma qualcosa ancora da definire bene! Un modo parassita di fare business con il Self Publishing!

Self Publishing Amazon…sveglia!

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Self Publishing secondo Amazon

Ma dico io…Amazon cosa ci sta a fare in questo discorso?…DOVREBBE COMBATTERE QUESTO MODO DI FARE. E SONO CONVINTO CHE PRESTISSIMO AMAZON LO FARA’!
Lo sono perchè così si viene a perdere la vera missione del self publishing che non è il facile guadagno ma aiutare gli scrittori a creare e distribuire le proprie opere e comunque Amazon ha iniziato come la più grande biblioteca online per poi estendersi a tutti gli altri settori dell’ecommerce. E’ impossibile che non veda questa deformazione del sistema.
Prodighiamoci affinchè questo avvenga il prima possibile…chiediamo ad Amazon di alzare lo standard qualitativo delle opere immesse da autori di self publishing e controllare più attentamente lo svilupparsi di questo fenomeno negativo che sminuisce il vero Self Publishing e dunque il nobile e originale obiettivo di Amazon.

Self Publishing Amazon…secondo Google!

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Self Publishing secondo Google

E inoltre una tiratina di orecchie anche al più blasonato motore di ricerca…Google! Ci hanno spiegato che la SEO secondo Google negli ultimi tempi è quella di strutturare logicamente il contenuto per ottenere un posizionamento ottimizzato. Chi scrive articoli ad alto valore di contenuti dando informazioni immediate e chiare agli utenti che le cercano è privilegiato dalla SEO. Ebbene fra le prime posizioni per le keywords “self publishing amazon” oppure “self publishing on amazon“appariranno video e articoli che ci spiegano come diventare ricchi da 0 a 100000€ in poco tempo, come guadagnare senza aver mai scritto niente di niente affidando il lavoro a scrittori fantasma, come insegnare ad altri queste pseudo tecniche di guadagno facile… con corsi e sessioni online…

immaginiamo un utente che cerca su google “self publishing amazon” per informarsi perchè ha sentito parlare di questo argomento, cosa troverà? In prima pagina tra le primissime posizioni video e articoli di Guru e anche soggetti improvvisati che insegnano ad altri come diventare ricchi con il self publishing!

Quale idea si farà l’utente alla ricerca di notizie? che questo è il vero significato del self publishing? Per iniziare questo lavoro è indispensabile acquistare uno dei tanti corsi online e farsi scrivere i libri da scrittori ghostwriter? Perchè Google non mette tra le prime posizioni chi professa questa attività lealmente e senza scorciatoie di alcun tipo? Google è forse confuso del vero significato del self publishing?

Se fosse così c’è da preoccuparsi perchè dimostrerebbe uno strano comportamento dell’algoritmo dei motori di ricerca! Chi cerca il vero significato del termine “Self Publishing” dovrebbe come minimo trovare subito in prima pagina informazioni chiare senza dover dribblare tra i vari corsetti dei guru che ammiccano a futuri guadagni astronomici. 😱 Tanto per essere chiari il vero significato del termine “Self Publishing Amazon” è semplicemente spiegato fra le prime righe di questo articolo!

Acquistare un corso, far scrivere i libri da altri, farsi assistere in tutte le fasi di questo lavoro non è il vero Self Publishing. “Self” in inglese significa “se stesso” ora voi mi dite che cosa ci sarebbe di Self nei costosissimi corsi proposti dai Guru del settore? E non troviamo giustificazioni di ogni sorta nel dire che scrivere un libro da autori “veri” oppure dopo aver acquistato un percorso programmato e accompagnato in tutte le sue fasi è “giocare su campionati diversi“…come ho letto su commenti in altri siti web che elogiano questo sfrenato business. Ecco chiamiamolo in un altro modo ad esempio “business su Amazon per la creazione di opere scritte da altri al solo scopo di guadagnare” e non certo “Self Publishing”!

27/11/2019…AGGIORNAMENTO…Nel mese successivo alla prima pubblicazione di questo articolo, Amazon pare aver iniziato una forma di protezione contro il fenomeno dei sedicenti scrittori che vogliono solo lucrare con il self publishing senza avere di proprio ne arte ne parte. Amazon ha eliminato i Promo Codes nella piattaforma ACX (Audiobook Creation Exchange). ACX è la piattaforma che permette di produrre in formato audio le stesse opere in formato Kindle o Paper books che grazie al meccanismo dei promo codes ha rappresentato una grossa fetta di guadagno sulla quale hanno speculato senza alcun criterio. Amazon si è protetta permettendo la creazione di un account su ACX solo ai residenti per cui non è più possibile fare self publishing su ACX negli USA con un account appartenente ad un utente residente in Italia. In queste ore, per molti di estrema confusione e disorientamento, si stanno moltiplicando le più varie e assurde soluzioni ma un primo colpo a questo fenomeno distorto del self publishing ormai è stato dato.
Se Amazon adottasse la stessa misura anche per il formato Kindle e Paper Books il fenomeno verrebbe considerevolmente ridimensionato!
30/04/2020..AGGIORNAMENTO…Anche in momenti di grande difficoltà per il nostro paese e per la nostra economia a causa della quarantena provocata dalla diffusione del virus COVID19 …i sedicenti scrittori meglio autodefiniti business del Self Publishing Amazon continuano a macinare video promozionali su Facebook farciti da immagini raffiguranti fatturati stratosferici, sfondi ammalianti (veri o falsi che siano non importa), prospettive di orizzonti economici allettanti.
STATE ATTENTI! …in un periodo economico e sociale così complicato, come quello che stiamo attraversando, è facile incontrare gli imbonitori del Self Publishing che promettono nuove opportunità e guadagni faraonici…proprio nel momento in cui molte attività tradizionali sono messe a dura prova. Risparmiate i vostri soldi…attenti a rispondere a sirene di facili guadagni legati a metodi infallibili…. Amazon poi non stará certamente a guardare… già lo abbiamo visto a novembre con gli ACX (vedi aggiornamento precedente)…Amazon ha esteso i riflettori anche sul Self Publishing al fine di preservare la qualità e l’opera di onesti e veri scrittori.

Self Publishing e fisco

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Self Publishing e fisco

Amazon KDP ha creato una piattaforma magnifica che permette a tutti di pubblicare le proprie opere. In Italia però sorge un problema di natura fiscale. Amazon non è un editore ma solo un distributore di ebook e libri cartacei. La responsabilità resta all’autore che in questo caso è anche editore di se stesso per cui per il fisco italiano svolge attività d’impresa. Questa cosa si può fare benissimo ma va inquadrata con iscrizione in camera di commercio e di conseguenza con pagamento contributi INPS gestione commercianti più comunicazione attività al comune di appartenenza. Tutto questo perché con il contratto che si stipula con Amazon non si fa cenno a cessione del diritto d’autore (che è una condizione essenziale che separa la definizione di Autore da quella di Imprenditore) per cui le royalty che si incassano dalla vendita delle proprie opere sui circuiti di Amazon non equivalgono a quello che si avrebbero con un regolare contratto tra editore e autore. In Italia ci sono altri distributori simili ad Amazon KDP come ad esempio Youcanprint. Ma alcuni hanno fatto notare che anche Youcanprint, pur essendo più conforme al fisco italiano rispetto ad Amazon, è pur sempre un distributore di opere letterarie perché anche sul loro contratto non si fa cenno alla cessione del diritto d’autore in modo chiaro. La questione è comunque molto complicata perché di fatto in Italia non esiste al momento una norma che regolamenta il self publishing per cui ognuno fa e ritiene di operare secondo la propria interpretazione. Il fisco però ha iniziato ad accendere i riflettori su questa questione poiché durante la pandemia queste attività si sono moltiplicate a dismisura…anche a danno di editori reali.

Quindi alla domanda occorre aprire la partita iva per svolgere l’attività di Self Publishing?…la risposta e “SI” se l’attività è rilevante dal punto di vista del reddito ed è esercita in modo professionale e continuativo! Pubblicare su un portale come Amazon un libro h24 sempre disponibile all’acquisto significa che si sta esercitando una forma di attività in modo continuativo per cui ciò implica l’apertuta di Partita IVA (restiamo naturalmente nell’ipotesi che l’utente eserciti un’attività rilevante dal punto di vista del reddito e continuativa. Molti hanno giocato su questi due importanti elementi a causa della carenza di regole chiare interpretando la situazione a proprio vantaggio cioè è come dire: come si fa a stabilire se un’attività online è rilevante dal punto di vista reddituale o esercitata abitualmente? La nuova normativa DAC7 – vedi sotto – da una prima risposta a questo dilemma). Inoltre anche perchè, nel caso specifico del Self Publishing, non avviene in questo caso nessuna forma di cessione del diritto d’autore (un Autore che cede contrattualmente i diritti di edizione non ha l’obbligo di apertura della P.Iva) in quanto Amazon è solo un distributore. E’ come se chiedessimo ad una libreria di vendere le nostre opere corredate da qualche altro servizio di stampa.

In mancanza di una disciplina che regoli l’attività di Self Publishing e del lavoro online in generale, occorre seguire le linee guida di regole già esistenti. Se è vero che l’autore ha la piena disponibilità anche economica delle proprie opere e anche giusto dire che le regole del diritto d’autore scattano solo in alcuni casi particolari e cioè quando c’è cessione del diritto d’autore verso un editore che assume tutto il rischio d’impresa sulle proprie spalle per l’attività di pubblicazione, distribuzione e stampa delle opere dell’autore. Queste regole devono essere sancite chiaramente da un contratto di edizione in mancanza del quale tutto il rischio d’impresa resta in capo all’autore che diventerà anche editore di se stesso e per il fisco italiano l’attività di editore è sempre considerata un’attività di impresa (iscrizione camera di commercio, INPS gestione commercianti, SCIA presso il comune di appartenenza). Fino a qualche anno fa la legislazione è stata molto carente in merito ed anche abbastanza permissiva proprio perchè l’analisi dei fattori per determinare se un soggetto che opera online è obbligato o meno all’apertura della P.Iva non è stata mai chiara e non lo è tutt’ora ma lo sviluppo di internet, la spinta dovuta alla Pandemia che ha fatto prendere maggiore coscienza delle potenzialità della rete, ha acceso i riflettori anche in questo campo. La nuova normativa DAC7, di cui tratteremo successivamente entrata in vigore nel 2023, è figlia di questo scenario.

In teoria la regola vale sia quando si è veri autori e realizzatori delle proprie opere in modo autonomo e sia quando ci si avvale di risorse esterne in forma di attività organizzata come ad esempio Ghostwriter, traduttori, grafici, impaginatori, correttori di bozze etc.

Contratto Amazon KDP ART 6. “Proprietà e Controllo delle Proprietà Amazon e dei Dati dei Clienti/ Feedback. Fatte salve le autorizzazioni che ci concedete tramite il presente Accordo, voi mantenete tutti i diritti di proprietà, i diritti d’autore e ogni altro diritto e interesse relativamente ai vostri Libri...”
Questo articolo chiarisce che per Amazon tutti i diritti d’Autore resteranno in capo all’autore dell’opera che eserciterà il rischio d’impresa delle proprie azioni.

A nostro avviso anche in altri operatori simili ad Amazon dove è possibile esercitare l’attività di Self Publishing si configura sempre un contratto di distribuzione e non di edizione…nel caso di Youcanprint al punto 8.1 dei termini di contratto possiamo leggere che:

L’Autore sarà tenuto a corrispondere a YCP i corrispettivi per la fornitura del servizio di riproduzione a stampa delle copie in formato cartaceo dell’Opera da lui acquistate e/o del servizio di conversione in formato digitale (eventualmente anche audio) nonché degli ulteriori Servizi Editoriali e di Marketing (ivi incluso l’eventuale Servizio Editoriale di traduzione dell’Opera in altra/e lingua/e scelta/e dall’Autore) eventualmente richiesti entro 5 (cinque) giorni lavorativi dalla data di acquisto dei relativi servizi.
Si evince chiaramente che è l’autore che deve pagare per usufruire dei servizi messi a disposizione da Youcanprint per cui quest’ultimo non si assume alcuna responsabilità o rischio di impresa e per tale motivo non è da considerarsi un Editore ma solo un distributore di opere con altri valori aggiunti allo stesso modo di Amazon.

Intelligenza artificiale e Self Publishing. Analisi di ChatGPT

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Il 2023 si è aperto con una nuova rivoluzione informatica, dall’era dei Social Network che ha dominato in modo incontrastato per tutto il ventennio precedente stiamo velocemente passando all’era delle “Intelligenze Artificiali” che hanno l’ardire di dominare ogni lato del sapere umano. Senza alcuno sforzo (o almeno con uno sforzo minimo) chiederemo consiglio ad un computer tramite la rete di scrivere un articolo per noi, magari un intero libro, la stesura di programmi in qualsiasi linguaggio di programmazione, idee per la produzione di video o immagini, preparare discorsi per riunioni o appuntamenti galanti e chissà cosa altro ancora sarà possibile fare in un futuro ormai dietro l’angolo.

Forse un giorno lontano la macchina supererà l’uomo e riuscirà in questa impresa perchè la capacità di logica e di ragionamento della mente umana verrà annullata dall’aiuto onnipresente delle intelligenze artificiali a cui basta chiedere per ottenere qualunque cosa senza il prezzo di stressanti sforzi mentali (vi ricorda qualcosa il Film Matrix?).

Per tutti quelli che utilizzano il Self Publishing per passione ma soprattutto per lavoro (i soliti pseudo scrittori del Self Publishing Business da cui questo articolo ha avuto origine) il caso dell’intelligenza artificiale rappresentata dal sistema di ChatGPT è la vera novità di cui servirsi per avere idee o addirittura produrre con il minimo lavoro interi testi in forma digitale e cartacea per poi distribuire sulle solite piattaforme online (con la speranza di guadagnare una montagna di soldi 💰).

Tanti scrittori lo stanno già facendo…produrre interi testi anche in diverse lingue per ottimizzare i loro guadagni riducendo al minimo il supporto di collaboratori esterni come, ghostwriter, traduttori, grafici. Dove arriverà la qualità delle opere letterarie in questo modo? Ci saranno controlli da parte dei distributori di libri in rete come Amazon KDP, Google Libri etc? Cosa diventerà in questo modo il Self Publishing ma anche il mondo dell’editoria in generale se potrò produrre libri automaticamente? Nascerà magari una nuova classe di scrittori (quelli veri, quelli di sempre) che si contrapporrà a tutti quelli che utilizzeranno le intelligenze artificiali per le proprie composizioni testuali?. Non è possibile dare adesso risposte esaustive a questi dilemmi… è troppo presto. In questo ragionamento però non dobbiamo dimenticare un aspetto importante della questione, già velatamente menzionato in questo articolo. E’ un pò come se a volte gli scrittori e soprattutto chi professa il Self Publishing per soli scopi di lucro (utilizzando adesso le AI) lo facesse giocando una partita da solo senza avere la minima considerazione dell’altra controparte.

La controparte in questo caso sono i lettori che secondo la considerazione di moltissimi self publisher dovrebbero essere sempre pronti ad inghiottire qualsiasi cosa venga loro proposta di acquistare…se si ragionasse in questi termini tutto il mondo dell’auto pubblicazione perderà inesorabilmente qualità e dunque interesse e il vasto pubblico degli acquirenti si rivolgerà da tutt’altra parte.

Intanto nell’attesa di risposte ai nostri quesiti abbiamo provato a porre a ChatGPT la seguente domanda:

“Scrivi un articolo per usare ChatGPT con il Self Publishing

La risposta che abbiamo ottenuto è abbastanza precisa anche se molto sintetica e poco approfondita ma che ci ha dimostrato come questa intelligenza artificiale possa essere un valido supporto per le decisioni umane o uno strumento per servirsene solo per scopi economici. Come per tutte le cose l’utilizzo che ne facciamo è quello che fa la differenza e perciò alla fine il libero arbitro che è una caratteristica umana ha sempre il sopravvento. Buona lettura…

“Scrivi un articolo per usare ChatGPT con il Self Publishing


Il Self Publishing è un’ottima opzione per gli scrittori che vogliono pubblicare il proprio libro senza l’aiuto di una casa editrice tradizionale. Grazie alla tecnologia moderna, oggi è possibile autopubblicare facilmente i propri libri e raggiungere una vasta audience. E con l’ausilio di ChatGPT, il processo di scrittura e pubblicazione può diventare ancora più semplice ed efficace.

ChatGPT è un modello di lingua naturale basato su intelligenza artificiale, creato da OpenAI. Il suo compito è quello di rispondere alle domande degli utenti in modo simile a quello di un essere umano. Tuttavia, il suo potenziale va ben oltre la semplice conversazione. Infatti, ChatGPT può essere utilizzato come assistente virtuale per la scrittura e la pubblicazione di libri.

Ecco alcuni modi in cui ChatGPT può aiutare gli autori self-published:

  1. Generazione di idee per il tuo libro ChatGPT può aiutare a superare il blocco dello scrittore suggerendo idee per il tuo libro. Puoi porre domande su un argomento specifico o semplicemente chiedere a ChatGPT di generare idee per te. Il modello risponderà con una lista di possibili idee che possono ispirarti a scrivere il tuo libro.
  2. Creazione di una trama Una volta che hai un’idea per il tuo libro, ChatGPT può aiutarti a creare una trama dettagliata. Puoi descrivere la tua idea al modello e chiedere di generare una trama che segua quella direzione. ChatGPT può anche suggerire nuovi personaggi e sottotrame per arricchire la tua storia.
  3. Revisione del tuo manoscritto Dopo aver scritto il tuo libro, ChatGPT può aiutarti a rivedere il tuo manoscritto. Puoi chiedere al modello di verificare la coerenza, la grammatica e la struttura del tuo libro. Inoltre, ChatGPT può anche suggerire alternative di parole o frasi per migliorare la fluidità del testo.
  4. Pubblicazione del tuo libro Una volta completato il tuo libro, ChatGPT può aiutarti a pubblicarlo. Puoi porre domande sulle diverse opzioni di self-publishing, ad esempio su come caricare il tuo libro su una piattaforma di self-publishing, come impostare il prezzo e come promuovere il tuo libro.

In conclusione, ChatGPT può essere un prezioso alleato per gli autori self-published. Grazie alla sua intelligenza artificiale, ChatGPT può aiutare a generare idee per il tuo libro, creare una trama, rivedere il tuo manoscritto e pubblicare il tuo libro. Se stai pensando di autopubblicare il tuo libro, non esitare a utilizzare ChatGPT come assistente virtuale per rendere il processo ancora più semplice ed efficace.

Normativa Europea DAC 7 e Self Publishing.

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Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate“…diceva Dante nell’inferno della Divina Commedia.
Con la direttiva europea DAC7 che sarà recepita a livello nazionale nel 2023 tutti i dati di coloro che guadagnano più di 2000 € o 30 transazioni l’anno saranno automaticamente trasmessi all’agenzia delle entrate.
Tutto questo riguarda i guadagni online ottenuti tramite le piattaforme di vendita via web come:
Amazon
Ebay
Vinted
Airbnb
etc
Questa nuova norma è stata creata per contrastare l’evasione fiscale online e riguarderà con certezza matematica tutti gli utilizzatori di piattaforme di vendita online. Non ci saranno controlli a campione ma praticamente tutti i dati di tutti gli utenti verranno trasmessi alle autorità fiscali di competenza di ogni stato europeo.
E’ una norma spartiacque e rivoluzionaria che non lascia più scuse a tutti quelli che fino ad oggi hanno guadagnato e lavorato nell’ombra pensando che avere un lavoro online, magari secondario, non fosse fiscalmente simile ad un lavoro reale…da oggi quello che è stato una giungla in assenza di norme certe verrà finalmente e chiaramente regolamentato. Facciamo un esempio banale…se un giorno avessi voglia di aprire un’attività reale come ad esempio una negozio di computer, una pizzeria, un ristorante o qualsiasi altro tipo di attività che potenzialmente genera un reddito, e magari ho anche un altro lavoro come dipendente, secondo voi potrei ragionare con il fisco dicendo “per il momento provo ad aprire l’attività se va bene successivamente aprirò anche la P.Iva con tutto il bagaglio burocratico connesso altrimenti lasciamo stare”. Secondo voi il fisco accetterà un ragionamento di questo tipo? Naturalmente non sarebbe possibile per cui l’utente sarà prima di tutto invitato a regolarizzare la sua posizione fiscale e dopo potrà aprire l’attività economica a prescindere dal reddito che questa potenzialmente potrà generare. Questo perchè il fisco italiano non ammette un periodo di prova per cui anche l’attività online deve essere paragonata ad una attività reale e non deve essere considerata qualcosa di serie B solo per il fatto che è più accessibile e più facile, per certi versi, professare.
Anche il Self Publishing espresso nelle varie piattaforme online sarà pienamente investito da questa grande rivoluzione.
Se ci sono ancora persone che sono state sedotte dai video di sedicenti guru sul Self Publishing in relazione a stratosferici guadagni operando nel totale anonimato fiscale…è giunta l’ora di mettersi in regola con il fisco.
…e noi lo avevamo detto in tempi non sospetti. Chi professa la vendita di Ebook, libri o audiolibri online nelle varie piattaforme è da considerarsi editore di se stesso e quindi un lavoratore che esercita attività di impresa. In quanto tale, anche se dovesse pubblicare un solo libro visibile H24 sulle piattaforme di distribuzione online, sarà obbligato ad aprire la P.Iva perchè la sua attività sarà valutata dal fisco come esercizio di impresa in modo coordinato e continuativo (Non ci stancheremo di ripetere che le piattaforme online di Self Publishing non sono degli editori, a cui non si applicano queste regole, ma dei distributori).
Questa decisione non sarà più lasciata alla buona volontà degli utenti ma sarà la stessa Agenzia delle Entrate a decidere se un utente dovrà o non dovrà mettersi in regola con il fisco perchè tutti i dati delle varie transazioni online verranno direttamente comunicati ai vari enti tributari dalle piattaforme web utilizzate come canali di vendita.
Dunque chi ha deciso che guadagnare online (magari con il Self Publishing) sarà la professione da svolgere dovrà anche regolarizzare la propria posizione fiscale…e questo lato utente venditore. Il dilemma di tutti questi anni è stato questo: quale è il reddito generato online per cui posso dire che sono obbligato ad aprire la P.Iva oppure no? Come dimostrare che il mio lavoro online è frutto di un’attività occasionale oppure professionale o commerciale? Gli utenti che operano online saranno controllati in base alla normativa DAC7 e naturalmente ogni situazione sarà valutata caso per caso. Prima di tutto verranno controllate le dichiarazioni fiscali degli utenti che hanno operato online…e successivamente se l’attività è svolta in modo continuativo o meno. E questa volta l’interpretazione non sarà lasciata al singolo contribuente!

Ricordiamo tre cose molto semplici ma altrettanto importanti:

  • La soglia dei 5000 euro è intesa come una soglia contributiva INPS e non come “posso lavorare senza criterio fino a 5000 euro e poi devo regolarizzarmi”.
  • I redditi online, e questa è la cosa più importante soprattutto all’inizio quando ancora non si capisce se l’attività è esercitata abitualmente o meno, devono essere prima di tutto denunciati nella propria dichiarazione dei redditi (art. 67 del TUIR, “redditi derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente” e vanno indicati nel quadro RL).
  • Se verrà rilevato, caso per caso, che l’attività è esercitata in modo continuativo allora sicuramente l’utente sarà invitato ad aprire P.Iva.

e successivamente se occorre mettersi in regola in altro modoAdesso non capisco come alcune piattaforme di distribuzione online possano continuare a dire (e ci sono anche tracce sul web) che per fare Self Publishing non occorre aprire la P.Iva…perciò è importante fare attenzione e soprattutto lasciarsi consigliare da un valido consulente fiscale.

E per concludere alcune testimonianze incontrate sul web su questo argomento.


Un elemento sulle distorsioni del significato del Self Publishing è tratto da un interessante articolo scritto dalla Dottoressa Loredana de Michelis e che si trova nel suo blog al seguente linK:

Corsi per guadagnare con il selfpublishing: la solita fuffa


10 commenti su “Self Publishing di Amazon – Distorsioni del sistema in Italia e nel Mondo.”

  1. Avatar

    Nell’articolo manca un punto fondamentale: la distinzione tra vendita diretta e vendita indiretta. La vendita diretta configura un’attività imprenditoriale che necessita dell’apertura di una Partita IVA. Al contrario, la vendita indiretta, che si avvale di piattaforme terze (come Amazon KDP), non richiede l’apertura della Partita IVA, generando ricavi sotto forma di royalties. Come si può spiegare questa differenza?

    1. Progettimultimediali.com
      Progettimultimediali.com

      Salve, la differenza tra vendita diretta e indiretta non costituisce una regola prioritaria. Quello che bisogna rispettare e valutare ai fini dell’apertura della P.Iva è l’esercizio della propria attività a prescindere se questa viene svolta in proprio o mediante l’ausilio di siti web terzi che aiutano a distribuire le proprie opere. Se questa attività è eseguita in modo continuativo allora occorre aprire la P.Iva. Inoltre la parola Royalties in questi casi è usata impropriamente poichè vige solo in presenza di un regolare contratto di edizione tra scrittore ed editore. In questo caso l’editore è il vero imprenditore il quale si fa carico del rischio economico dell’opera dello scrittore che in questo caso non è obbligato ad aprire la P.Iva. Le piattaforme terze sono solo siti web di distribuzione senza alcun tipo di contratto editoriale in mancanza del quale l’attività che si esercita, almeno in Italia, è sempre da considerarsi di tipo imprenditoriale.

  2. Avatar

    Inesatto. Kindle Direct Publishing, che non è la stessa cosa di Amazon, ma una sua costola che permette di auto-pubblicarsi, non aderisce alla DAC7 perché gli scrittori non vendono nulla su Amazon.

    I libri come si evince dalla piattaforma sono SOLD by AMAZON e non dagli scrittori. kDP infatti non richiede alcuna partita iva per iscriversi, paga delle royalties sia in base al numero di pagine lette che in base alle copie vendute dopo CONCESSIONE di Diritti (5.5 del contratto KDP).
    Gli scrittori non hanno uno shop Amazon, caricano il manoscritto su KDP che stampa, distribuisce e commercia il libro e applica l’IVA, riconoscendo poi un compenso AL NETTO dell’IVA.
    Data la popolarità della piattaforma qualcuno poco informato (e forse con più di un interesse ad una lettura parziale) ha pensato bene di prendere le parti del contratto che gli interessavano, lasciare da parte quelle che invece chiariscono cosa fa realmente KDP.

    Pubblicare su KDP non è la stessa cosa di vendere prodotti fisici o digitali con un Amazon store.

    La vendita, la produzione, la gestione resi è totalmente gestita da Amazon che può decidere, proprio come un editore di sfruttare come vuole i manoscritti caricati, come da contratto può infatti: mostrare, commerciare, concedere in licenza, scontare di sua iniziativa, fornire l’opera ai suoi abbonati.

    1. Progettimultimediali.com
      Progettimultimediali.com

      Gentile Franco, la ringraziamo per aver scritto sul nostro portale e pubblichiamo il suo commento anche se non condividiamo la sua tesi. La differenza tra Amazon e KDP è solo formale, il contenuto principale è che non sono le piattaforme internazionali a decidere se occorre o meno aprire la p.iva ma il fisco italiano in base all’attività svolta dal contribuente e l’attività di Self Publishing è sempre considerata di tipo imprenditoriale in quanto questi store sono solo canali di distribuzione non esistendo un chiaro contratto di edizione tra scrittore ed editore. Se non ha trovato adeguati riferimenti normativi che abbiamo scritto sul nostro articolo le lasciamo anche questo ulteriore link di uno dei maggiori portali italiani dedicati al fisco e alla contabilità tributaria che le darà modo di approfondire ulteriormente l’argomento: https://www.fiscozen.it/guide/self-publishing/

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    La mia domanda è un’altra e spero tu possa rispondermi perché in giro di risposte non ne trovo.
    Io mi sto facendo aiutare da un Ghost writer per scrivere un libro che da solo non riuscirei a realizzare. Il mio scopo non è assolutamente a scopo di business (infatti lo farò in italiano). Nel caso Amazon non accettasse il libro perché risultasse plagiato oltre il 5%(nonostante i preventivi test fatti da me su Plagscan o altri siti del genere) come potrei rivalermi sul Ghost writer che me lo ha “venduto” per originale?
    Grazie anticipatamente, spero tu possa aiutarmi a capire per non incorrere in fregature.

    1. Progettimultimediali.com
      Progettimultimediali.com

      Ciao Fabio il mio consiglio è cercare un Ghost writer in Italia che potrai legare con un contratto formale che ha validità nella legislazione Italiana. Se cerchi fuori troverai una giungla (anche se i costi sono più abbordabili) e i rischi che descrivi aumenteranno. Il Ghost Writer deve essere un ausilio alla tua opera e non deve sostituire assolutamente l’autore. Dovrai dargli istruzioni e linee guida di come dovrà scrivere la tua opera e dunque legare un rapporto di collaborazione intenso ed efficace. Ecco perchè cercare in Italia e non altrove, anche se intendi scrivere la tua opera in inglese. Un contratto formale valido nella legislazione italiana è una garanzia.

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    Grazie Daniele, sono convinta che Amazon conosca benissimo la situazione, ma probabilmente non agirà fino a quando il guadagno sarà superiore al danno. Quando invece prenderà provvedimenti, saranno peggiorativi per tutti, come sempre.

    1. Progettimultimediali.com
      Progettimultimediali.com

      Sono d’accordo con te, speravo che anche ad Amazon piacesse la “pace nel mondo” ma è pur sempre un’azienda che è mossa da esigenze di profitto. Il fatto è che questa è una situazione anomala e prima o poi qualcuno del management di Amazon si sveglierà…allora è normale, come dici tu, faranno di tutta l’erba un fascio e i provvedimenti saranno peggiorativi per tutti!

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    Ciao , come mai denigri cosi tanto il self publishing ?? Grazie per una Tua cortese e celere risposta in merito.
    Giovanni

    1. Progettimultimediali.com
      Progettimultimediali.com

      Denigrare il Self Publishing? Al contrario ritengo sia una grande opportunità. Forse non hai letto a fondo l’articolo.

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